ISIN potenzia le proprie reti automatiche di monitoraggio della radioattività ambientale.

Martedì 2 Novembre 2021

ISIN potenzia le proprie reti automatiche di monitoraggio della radioattività ambientale.

Due nuove stazioni, completamente automatiche e tecnologicamente avanzate, permetteranno di rilevare la presenza di radioattività in atmosfera con una elevata sensibilità e in tempi più rapidi rispetto al passato.

Con l'acquisizione, da parte di ISIN, di due nuove stazioni della Rete di monitoraggio automatico della radioattività ambientale per il pronto allarme, Rete REMRAD, l’Italia si dota di uno strumento, tecnologicamente più avanzato rispetto al passato, in grado di rilevare anche deboli segnali che possono ricondursi a una situazione incidentale, ad esempio, presso gli impianti nucleari che operano oltre frontiera. Una capacità di risposta, quindi, più rapida, a vantaggio della pronta attivazione delle misure previste dal “Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari” di cui al comma 2 dell’articolo 182 del D. Lgs. 101/2020. Inoltre, l’elevata sensibilità di misura offerta dalla nuova strumentazione consente la rivelazione di anomalie radiologiche che, sebbene non costituiscano un immediato rischio per la salute, richiedono la disponibilità di elementi tecnici per una pronta e corretta informazione della popolazione.

Un aspetto, quest’ultimo, la cui importanza e criticità è stata confermata anche dalla recente esercitazione internazionale di emergenza nucleare, la ConvEx-3 (2021), organizzata dalla International Atomic Energy Agency (IAEA), in cui l’ISIN, insieme ai laboratori della rete Rete Nazionale di Sorveglianza della Radioattività Ambientale (RESORAD) e al Centro Operativo per la Meteorologia (COMet) dell'Aeronautica Militare, hanno garantito la partecipazione italiana.

Le due stazioni, in fase di allestimento, sostituiranno quelle attualmente presenti nei siti di Monte S. Angelo, in provincia di Foggia, nel teleposto della Aeronautica Militare e in quello di Sgonico in provincia di Trieste, presso l’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (OGS). Una scelta, quella della loro collocazione, che risponde all’esigenza di garantire un monitoraggio ancora più efficace e tempestivo dei flussi d’aria provenienti dal quadrante orientale del continente europeo. 

A seguito dell’esperienza derivata dall’incidente nucleare alla centrale di Chernobyl, per i governi e gli organismi internazionali, è emersa l’importanza della adozione di specifiche organizzazioni di emergenza ed apposite infrastrutture volte a fronteggiare eventuali incidenti nucleari, anche al di fuori del proprio territorio nazionale. In molti paesi furono pertanto realizzate reti di monitoraggio di pronto allarme, in grado di segnalare livelli anomali di radioattività in modo continuo e con adeguata copertura territoriale.

Le due nuove stazioni effettueranno, in maniera completamente automatizzata, il campionamento del particolato atmosferico su filtri, associato ad analisi di tipo spettrometrico volte a rilevare la concentrazione dei radionuclidi gamma emettitori presenti in aria. Grazie all’avanzata tecnologia che le caratterizza, saranno in grado di rilevare la presenza di minime tracce di radionuclidi artificiali presenti nelle masse d’aria che attraversano il territorio nazionale. Rilevazioni, queste, che normalmente richiedono tempi di campionamento e di misura tali da non rendere possibile l’individuazione, in tempi rapidi, di eventuali leggere anomalie radiologiche.

Una seconda iniziativa, che conferma l’impegno di ISIN di dotarsi degli strumenti tecnici e organizzativi per assolvere al meglio ai compiti ad esso affidati in una situazione di emergenza nucleare, riguarda l’ammodernamento della strumentazione nucleare della seconda rete di monitoraggio radiologico di pronto allarme che l’Ispettorato da anni gestisce: la Rete GAMMA. Questa è composta da 60 centraline di monitoraggio e si presenta con una distribuzione più capillare sul territorio nazionale. La rete GAMMA rappresenta, nel caso del passaggio di una nube radioattiva sul territorio nazionale, un efficace strumento di conferma dei modelli di dispersione atmosferica, oltre a garantire il pronto allarme nel caso del mancato funzionamento dei canali internazionali di pronta notifica. L'intervento di ammodernamento riguarda, in particolare, la sostituzione dell’attuale strumentazione di rivelazione nucleare, con nuove sonde di misura, molte con caratteristiche spettrometriche che consentono una maggiore sensibilità di misura. È in corso la sostituzione di 17 centraline e sono in programma successivi interventi finalizzati al completo ammodernamento della rete.

Ultima modifica: Martedì 2 Novembre 2021