La lezione di Fukushima a 10 anni dal disastro

Giovedì 11 Marzo 2021

La lezione di Fukushima a 10 anni dal disastro

L’11 marzo 2011, alle 14:46 locali (6:46 italiane), il nord-est del Giappone venne colpito da un violentissimo terremoto, di magnitudo 9.0, con epicentro sul fondo marino del Pacifico.

Al sisma seguì uno tsunami, che si abbatté sulle coste del Giappone con onde superiori ai 10 metri, con punte di 40. Il maremoto provocò gravi danni alla centrale nucleare di Fukushima, distruggendo i gruppi di generazione diesel-elettrici di emergenza che alimentavano i sistemi di raffreddamento dei reattori 1, 2 e 3.

Venne rilasciato materiale radioattivo nell'ambiente circostante a seguito della fusione del combustibile nucleare nei noccioli dei reattori (meltdown nucleare, fusione del nocciolo).

Sono trascorsi 10 anni da quel drammatico episodio. Da allora, la comunità internazionale si è impegnata per supportare le iniziative di cooperazione tese a migliorare il livello di sicurezza degli impianti nucleari in esercizio: tra queste, gli “Stress Test”, condotti in ambito europeo dopo Fukushima, e la Topical Peer Review (TPR) sulla gestione dell’invecchiamento delle installazioni nucleari.

L’Ispettorato, in rappresentanza dell’Italia, è attivamente impegnato in questa direzione.

Già all’indomani della tragedia di Chernobyl, erano stati introdotti sistemi internazionali di pronta notifica e scambio rapido delle informazioni, di cui ISIN è punto di contatto nazionale. All’Ispettorato, il compito della ricezione e valutazione delle informazioni che su tali circuiti vengono prontamente scambiate in caso di un’emergenza nucleare.

Attraverso il sistema ECURIE (European Commission Urgent Radiological Information Exchange), i Paesi UE comunicano alla Commissione Europea e a tutti gli altri Paesi membri qualsiasi incidente nucleare o radiologico avvenuto all’interno dei propri confini; il Sistema USIE (Unified System for Information Exchange in Incidents and Emergencies), adottato dalla Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), estende l’obbligo di notifica anche ai Paesi non comunitari, le cui basi normative sono rappresentate dalla Convenzione internazionale del settembre 1986, sulla pronta-notifica di un incidente nucleare.

A tali sistemi, si aggiungono i canali di scambio rapido delle informazioni realizzati nell’ambito degli accordi bilaterali stipulati con i Paesi confinanti, a cui si aggiunge l’accordo di livello governativo tra Italia e Svizzera. Tali accordi prevedono il tempestivo invio di comunicazioni di allarme al Centro Emergenze Nucleari dell’ISIN. 

A differenza degli incidenti che coinvolgono sorgenti radioattive, ad esempio in uso nel campo medico o in quello industriale, che possono avvenire presso il luogo di utilizzo o nel corso del loro trasporto, caratterizzati da conseguenze circoscritte, gli eventi classificabili come emergenze nucleari sono potenzialmente e di gran lunga più impattanti. Chernobyl, nel 1986, e Fukushima, appena un decennio fa, ne sono la prova.

Il disastro di Chernobyl fu caratterizzato da un massiccio rilascio in atmosfera, con ricadute al suolo ed esposizione della popolazione, che peraltro non fu sottoposta a misure protettive per giorni; a Fukushima, l’attore principale fu l’acqua, con la conseguenza che la gran pare dei rilasci di radioattività in ambiente avvennero in mare.

Investire in sicurezza e rafforzare la collaborazione tra Paesi, pertanto, rappresentano due diktat imprescindibili.

“L’incidente presso l’impianto di Fukushima Daiichi ha lasciato un segno nella riflessione sulla sicurezza nucleare”, ha recentemente dichiarato Greg Rzentkowsi, Direttore della Divisione per la sicurezza degli impianti nucleari dell’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. “Assistiamo al netto spostamento verso la prevenzione di incidenti gravi e, in caso di incidente, all’eliminazione pratica delle sue conseguenze”.

“Abbiamo sviluppato e migliorato standard di sicurezza, norme e linee guida”, ha chiarito Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’AIEA in un comunicato. “L'adozione della Dichiarazione di Vienna ha riunito tutte le parti della Convenzione sulla sicurezza nucleare per rafforzarne i principi. La lezione importante di Fukushima è che le autorità di regolamentazione devono essere forti, indipendenti e dotate di risorse adeguate.”

 

Photo credits: IAEA

Ultima modifica: Giovedì 11 Marzo 2021