"Presto un nuovo sistema per tracciare i rifiuti radioattivi, dalla produzione al deposito temporaneo fino alla loro destinazione finale."

Martedì 21 Aprile 2020

"Presto un nuovo sistema per tracciare i rifiuti radioattivi, dalla produzione al deposito temporaneo fino alla loro destinazione finale."

L'Ispettorato ha recentemente pubblicato l'Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi. L'intervista all'ing. Mario Dionisi, responsabile dell'Area gestione rifiuti radioattivi dell'ISIN. 

Perché è importante che l’Inventario dei rifiuti radioattivi venga annualmente aggiornato e pubblicato?
Tra i compiti dell’Ispettorato ci sono il controllo e il monitoraggio delle attività connesse alla disattivazione delle installazioni nucleari e all’uso di radioisotopi artificiali su tutto il territorio nazionale, al fine di prevenire e proteggere lavoratori, popolazione e ambiente da esposizioni indebite alle radiazioni ionizzanti.
L’Inventario permette di avere un’informazione immediata, completa, flessibile, facilmente e prontamente aggiornabile, che consenta di monitorare e seguire l’inventario radiologico, almeno per quanto riguarda i rifiuti radioattivi presenti in Italia. I dati raccolti, infatti, comprendono non solo i volumi e le caratteristiche radiologiche dei rifiuti detenuti nelle installazioni nucleari italiane ma anche le caratteristiche di sicurezza dei depositi dove questi rifiuti sono stoccati.
Avere un inventario dei rifiuti radioattivi, inoltre, è richiesto dalla Direttiva 2011/70/Euratom: è sulla base dell'Inventario, infatti, che viene predisposto il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile irraggiato.

Quali sono le più significative novità contenute nell’edizione 2020 rispetto alla precedente?
L’inventario pubblica i dati al dicembre 2018. Non ci sono grandi spostamenti rispetto all'edizione precedente. A fronte di una produzione di nuovi rifiuti, dovuta al mantenimento in sicurezza degli impianti, ad alcune attività di smantellamento in corso presso alcuni impianti (centrali nucleari in decommissioning) e alle attività medico-sanitarie nel campo della medicina nucleare, si sono svolte alcune campagne di riduzione di volume dei rifiuti esistenti (ad esempio supercompattazione o incenerimento all’estero).
Quando inizieranno le vere attività di decommissioning, vale a dire lo smantellamento degli edifici reattori, dove sono concentrate le maggiori attività e quantitativi di materiali, allora ci aspetteremo degli aumenti sensibili nei volumi di rifiuti radioattivi in stoccaggio nei depositi temporanei. Viene stimato, infatti, che l’attuale inventario di ca. 30.000 m3 potrà raddoppiare al termine delle attività di decommissioning fra 15/20 anni.

Nell’Inventario sono comprese anche le strutture medico-sanitarie che producono rifiuti?
Al momento, l’Inventario riguarda solo le installazioni di deposito temporaneo. Le strutture medico-sanitarie che operano nel campo della medicina nucleare trasferiscono i rifiuti prodotti quasi in tempo reale. Esistono degli spazi dedicati allo stoccaggio ma il tempo di stazionamento è di pochi giorni, in attesa di trasferire il lotto di rifiuti, attraverso un vettore autorizzato alla raccolta, ad un deposito temporaneo autorizzato.
L’Ispettorato sta improntando un nuovo sistema informatico che raccoglierà informazioni non solo dagli operatori di depositi temporanei, ma anche dai vettori autorizzati alla raccolta e al trasporto e dai produttori di rifiuti radioattivi, incluso le strutture medico-sanitarie del settore. L'obiettivo è gestire un sistema integrato per la tracciabilità dei rifiuti radioattivi, dalla produzione al deposito temporaneo fino alla loro destinazione finale.

 

Il link all'Inventario ISIN: 
https://www.isinucleare.it/sites/default/files/contenuto_redazione_isin/inventario_isin_aggiornato_al_dicembre_2018.pdf

Ultima modifica: Martedì 21 Aprile 2020