Giornata mondiale della sicurezza alimentare, la sorveglianza dell’ISIN evidenzia livelli di radioattività negli alimenti e nelle acque destinate al consumo umano nella norma.

Lunedì 7 Giugno 2021

Giornata mondiale della sicurezza alimentare, la sorveglianza dell’ISIN evidenzia livelli di radioattività negli alimenti e nelle acque destinate al consumo umano nella norma.

La Giornata mondiale per la sicurezza alimentare, che ricorre il 7 giugno di ogni anno, è stata proclamata dalle Nazioni Unite nel 2018. Lo slogan di questa terza edizione è “Cibo sicuro ora per un domani sano”.

Siamo tutti esposti alle radiazioni ionizzanti derivanti dalle sorgenti naturali presenti nell’ambiente in cui viviamo e dai radionuclidi di origine antropica, la cui presenza è riconducibile alle attività umane.

L’esposizione imputabile a radionuclidi di origine antropica presenti nelle acque e nei cibi, è riconducibile ad esperimenti nucleari effettuati nel passato o incidenti nucleari accorsi. Secondariamente, all’uso delle radiazioni ionizzanti in ambito medico, industriale e della ricerca scientifica.

Esiste, inoltre, l'esposizione della popolazione derivante dall'ingestione di radionuclidi presenti naturalmente negli alimenti e nell'acqua. Si tratta di sostanze esistenti nella crosta terrestre che, per fenomeni chimici, fisici e biologici di diversa natura, finiscono nei cibi e nell'acqua.

Cesio-137, Cesio-134, Iodio-131, Stronzio-90 e Trizio sono solo alcuni dei radionuclidi di cui l’Ispettorato raccoglie e analizza i dati sulle concentrazioni di attività eventualmente presenti nel latte vaccino, nelle acque destinate al consumo umano, nella carne suina, bovina e avicola, nei cereali e derivati, nei vegetali, nella frutta, negli ortaggi e nel pesce.

La raccolta e l’analisi dei dati dei rilevamenti effettuati negli alimenti e nell’ambiente sul territorio nazionale, rappresenta uno dei numerosi compiti assegnati dalla legislazione nazionale all’ISIN. Già a partire dagli anni successivi all’incidente di Chernobyl fino ad oggi emerge che i valori sono per la maggior parte inferiori alla minima concentrazione di attività rilevabile (MCR).

Nell’ambito delle attività di controllo sulla radioattività e sulla diffusione dei dati, sono assegnati all’ISIN il coordinamento tecnico della REte nazionale di SOrveglianza della RADioattività - RESORAD, costituita dai laboratori delle Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la protezione dell'ambiente (ARPA/APPA) e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (II.ZZ.SS), e la gestione delle reti di allarme.

L'ISIN ha il compito di:

-       Coordinare le misure effettuate sul territorio nazionale

-       Promuovere l'installazione di stazioni di prelevamento di campioni e le relative misure

-       Trasmettere le informazioni alla Commissione Europea

-       Provvedere alla diffusione dei risultati delle misure effettuate dalle reti nazionali

L’elevata sensibilità con cui sono effettuati alcuni rilevamenti previsti nell’ambito della RESORAD e il flusso dei dati, garantito da un sistema informativo nazionale realizzato dall’ISIN, rendono possibile la pronta rivelazione di eventi anomali, anche di piccola entità, e lo scambio rapido delle informazioni.

Dal 1986, anno dell’incidente di Chernobyl, tramite le stazioni di rilevamento presenti sul territorio nazionale sono state registrate diverse anomalie radiometriche che hanno consentito di rilevare e di tracciare l’evoluzione di lievi incidenti verificatisi in altri Paesi e di alcuni rilasci di radionuclidi utilizzati per applicazioni mediche, consentendo la rapida valutazione della situazione, comunque di nessuna rilevanza radiologica, per tutti i casi riscontrati.

Nel giugno 1998 l’Italia fu la prima a registrare una presenza anomala di radioattività in aria, in seguito rilevata anche da altri Paesi, che successivamente si comprese essere conseguente alla fusione accidentale di una sorgente di Cs-137 nella fonderia “Acerinox” di Algeciras nel sud della Spagna. Le concentrazioni di attività furono irrilevanti dal punto di vista radiologico.

Pur trattandosi solo di una piccola perdita dal circuito di refrigerazione del reattore, senza conseguenze radiologiche all’esterno dell’impianto, l’incidente alla centrale nucleare di Krsko del giugno 2008 fu l’occasione per intensificare i controlli della rete nazionale di sorveglianza ambientale.

L’11 marzo 2011 uno tsunami procurò danni alla centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi e il conseguente gravissimo rilascio di radionuclidi nell’ambiente; la RESORAD venne immediatamente allertata al fine di incrementare il prelievo di campioni su matrici alimentari e ambientali per l’effettuazione delle misure radiometriche previste in queste situazioni. Alcuni giorni dopo la rete fu in grado di rilevare e di seguire nel tempo l’andamento delle tracce dei radionuclidi che giunsero in Italia. Furono registrate misure sopra la minima concentrazione rilevabile, per lo I-131, per il Cs-137 e il Cs-134, inizialmente in aria e successivamente nelle deposizioni al suolo e in alcune matrici alimentari. La valutazione dei risultati consentì di escludere qualsiasi rilevanza dal punto di vista radiologico per la popolazione.

Con il Regolamento (Euratom) 2016/52 del Consiglio del 15 gennaio 2016 sono fissati i livelli massimi ammissibili di radioattività nei prodotti alimentari e negli alimenti per animali che possono essere immessi sul mercato a seguito di un incidente nucleare o di un’emergenza radiologica.

Per una sintesi dei rilevamenti effettuati nell’ambito della RESORAD si rimanda al rapporto ISIN “La sorveglianza della radioattività ambientale in Italia – edizione 2019”. A breve sarà pubblicata  l’edizione 2020.

Il nostro video:

Ultima modifica: Lunedì 7 Giugno 2021