Gestione rifiuti radioattivi

I rifiuti radioattivi, lasciati in eredità dalle passate attività nucleari, sono ancora stoccati presso i rispettivi siti di produzione (sedi di centrali nucleari o impianti sperimentali di ricerca). Ad essi vanno ad aggiungersi i rifiuti generati da attività di ricerca, mediche ed industriali, attualmente stoccati in depositi temporanei presso operatori nazionali autorizzati.

Parte di tali rifiuti sono stati condizionati e, per la parte restante, sono in corso o programmate operazioni di condizionamento.

In tale contesto, l’ISPRA (e, da quando è operativo, l’ISIN) ha più volte formulato e ribadito in varie sedi quali sono gli obiettivi fondamentali da perseguire nella gestione dei rifiuti radioattivi, in particolare nel lungo termine, cercando di sensibilizzare le amministrazioni competenti a intraprendere azioni adeguate per giungere in tempi rapidi alla realizzazione di un deposito nazionale che consenta di ospitare in condizioni di massima sicurezza i rifiuti radioattivi ancora detenuti nei diversi impianti nonché i rifiuti generati dal riprocessamento all’estero del combustibile irraggiato destinati a tornare in Italia.

Al riguardo, nel 2014 l’ISPRA ha emanato la Guida Tecnica n.29 “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività”, nella quale sono stabiliti i criteri che la SO.G.I.N., quale soggetto attuatore per la localizzazione, realizzazione ed esercizio del Deposito nazionale, deve adottare, secondo quanto stabilito dalla legislazione vigente, per la predisposizione della proposta della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito nazionale stesso.

Il Centro per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione dell’ISPRA, oggi confluito nell’ISIN, ha sviluppato, sin dal 2000, l'"Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi", aggiornato annualmente.

L’Inventario, che comprende anche il combustibile esaurito e le sorgenti dismesse, viene elaborato con dati relativi a volumi, masse, caratteristiche fisiche, chimiche e radiologiche, caratteristiche dei contenitori e condizioni di stoccaggio dei rifiuti. Il documento è predisposto sulla base dei dati che annualmente i diversi operatori, ai quali compete la responsabilità primaria della detenzione e gestione in sicurezza dei rifiuti stessi, trasmettono all’Ispettorato.

Impianti nel territorio italiano che al momento producono e detengono rifiuti radioattivi, combustibile esaurito, sorgenti dismesse e materie nucleari.

 

Sulla base dei dati al 31 dicembre 2017 forniti dagli operatori, il totale dei rifiuti radioattivi presenti nelle installazioni nucleari, compresi quelli generati da attività di origine medica e industriale, è di circa 30 mila m3. I rifiuti generati dallo smantellamento sono prevalentemente di attività bassa o molto bassa; quelli che rientreranno in Italia nei prossimi anni, derivanti dalle operazioni di riprocessamento in Inghilterra e in Francia del combustibile irraggiato, ammontano rispettivamente a circa 40 m3 di alta attività e circa 35 m3 di media attività.

Bisogna considerare, inoltre, che continueranno ad essere prodotti i rifiuti derivanti dalle applicazioni mediche e industriali, per i quali si stima un produzione annua di circa 300 m3.

In tema di sicurezza di gestione dei rifiuti radioattivi, l’ISIN cura la predisposizione dei rapporti nazionali previsti dalla Convenzione congiunta sulla sicurezza della gestione dei rifiuti radioattivi e sulla sicurezza di gestione del combustibile irraggiato, ratificata dall’Italia con Legge 16 dicembre 2005, n. 282partecipando in rappresentanza dell’Italia alle periodiche conferenze di revisione previste dalla Convenzione stessa. L’ISIN provvede alla predisposizione del rapporto periodico nazionale circa l’attuazione della Direttiva 2011/70/EURATOM di istituzione di un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.