L’ISIN approva il progetto per lo stoccaggio a secco del combustibile irraggiato di Elk River presso l’impianto ITREC della Trisaia

Giovedì 2 Aprile 2020

L’ISIN approva il progetto per lo stoccaggio a secco del combustibile irraggiato di Elk River presso l’impianto ITREC della Trisaia

Verificata la rispondenza agli standard internazionali e ai requisiti di sicurezza nucleare e radioprotezione

L’ISIN ha approvato, in questi giorni, il Progetto Particolareggiato, presentato dalla SO.G.I.N. S.p.A., per lo stoccaggio a secco del combustibile irraggiato di Elk River sul sito ITREC della Trisaia (MT).

Presso la piscina dell’impianto ITREC sono attualmente stoccati 64 elementi di combustibile irraggiato provenienti dal reattore americano Elk River. Durante le prove nucleari per l’esercizio dell’impianto, eseguite negli anni 1975-1978, 20 degli 84 elementi di combustibile originariamente pervenuti presso il centro ricerche della Trisaia, furono riprocessati nell’ambito di una collaborazione stipulata nel 1959 tra l’allora CNRN e l’USAEC per verificare la convenienza tecnico-economica del ciclo torio-uranio rispetto a quello uranio-plutonio.

L’autorizzazione, con la quale la SO.G.I.N. esercisce oggi l’impianto, stabilisce la realizzazione di 3 importanti attività, che devono essere approvate dall’autorità di controllo, indirizzate alla messa in sicurezza delle principali sorgenti di radioattività presenti nel sito e propedeutiche alle operazioni di disattivazione, incluso lo smantellamento, delle strutture e dei sistemi dell’impianto.

In particolare, tali attività riguardavano la realizzazione e l’esercizio di un impianto di trattamento e condizionamento del “prodotto finito” (la soluzione liquida risultante dalle attività di riprocessamento svolte) ICPF il cui progetto è stato approvato nel 2010, la rimozione del monolite interrato contenente rifiuti radioattivi prevalentemente solidi (Fossa 7.1), il cui progetto è stato approvato nel 2017 e, appunto, la  realizzazione di un deposito di stoccaggio a secco del combustibile esaurito all’interno di contenitori appositamente realizzati (cask).

Insistendo sulla medesima area del sito, questi progetti impongono la loro realizzazione in sequenza temporale: nel dicembre 2019 sono state concluse le attività di bonifica del primo dei 3 progetti per mezzo del conferimento dei 4 pozzi, risultanti dal sezionamento del monolite, presso uno dei depositi di sito; l’ultimazione dei questa importate attività ha liberato l’area sulla quale saranno realizzati l’impianto ICPF e i depositi presso i quali verranno collocati i manufatti risultanti dal condizionamento della soluzione liquida radioattiva ed i cask, all’interno dei quali sarà collocato il combustibile irraggiato.

L’ultimazione dei progetti da parte della SO.G.I.N. permetterà di migliorare ulteriormente la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi e del combustibile irraggiato, fino al loro trasferimento al Deposito nazionale.

L’istruttoria, condotta dall’ISIN ai fini dell’approvazione del progetto, è stata in particolare rivolta a verificarne la rispondenza agli standard internazionali ed ai requisiti di sicurezza nucleare e radioprotezione fissati per assicurare i più elevati livelli di tutela per i lavoratori, la popolazione e l’ambiente. Una struttura di stoccaggio analoga, diversa ovviamente per dimensioni, visti i quantitativi di combustibile irraggiato da custodire in deposito molto maggiori, è ad esempio l’impianto di Zwilag di stoccaggio temporaneo per rifiuti radioattivi di media ed alta attività e di combustibile irraggiato, già operativo in Svizzera da molti anni.

L’ISIN vigilerà sulla conformità della realizzazione del progetto con quanto approvato.

 

Nell'immagine, il cask, contenitore destinato ad ospitare combustibile irraggiato. 

Ultima modifica: Giovedì 2 Aprile 2020