Incendi a Chernobyl, nessun rischio radiologico per l’Italia.

Mercoledì 15 Aprile 2020

Incendi a Chernobyl, nessun rischio radiologico per l’Italia.

Le fiamme verso aree più interne della “zona di esclusione” ma le fonti ucraine rassicurano: nessun pericolo per la sicurezza degli impianti presenti

Desta preoccupazione, non solo nell’opinione pubblica ucraina, la situazione degli incendi che, in questi giorni, si stanno sviluppando anche all’interno della cosiddetta “zona di esclusione”, un’area che si estende per 30 km intorno alla centrale di Chernobyl (ne avevamo già parlato, qui).

La radioattività eventualmente presente nelle masse d’aria che evolvono su tutta la regione può oltrepassare i confini ucraini e se il territorio italiano ne sarà interessato, dipenderà dalle situazioni meteorologiche su scala continentale.

In ogni caso, l’eventuale  ricaduta che ci si potrebbe attendere sul nostro territorio dall’arrivo di aria proveniente dalla regione degli incendi, al massimo riguarderà la presenza di tracce di radioattività in aria. Una presenza rilevabile solo grazie all’ormai elevato livello di sensibilità raggiunto dai sofisticati sistemi di monitoraggio della radioattività ambientale di cui disponiamo, ma che non costituisce alcun pericolo per la salute e non è rilevante dal punto di vista radiologico.

Questo, pur essendo stato registrato un aumento del fronte dei fuochi.

Secondo fonti ucraine, gli incendi si stanno spingendo verso aree più interne della “zona di esclusione” e, quindi, aree a maggior potenziale radioecologico nonché più prossime alle installazioni della centrale. Secondo l’Agenzia di Stato per la Gestione della Zona di Esclusione, i focolai di incendio che, a causa del forte vento, si erano di più avvicinati agli impianti della centrale e ad altre strutture della zona, sono stati contenuti ed estinti, senza che causassero danni.

L'ISIN continua a monitorare la situazione, anche attraverso i circuiti internazionali di scambio rapido delle informazioni per gli eventi radiologici. L’eventuale presenza sul territorio nazionale di tracce anche minime di Cesio-137 riconducibile agli incendi in corso è assicurato dai laboratori delle Agenzie regionali e delle province autonome e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, che afferiscono alla Rete RESORAD, di cui l’ISIN esercita il coordinamento tecnico.

Ultima modifica: Mercoledì 15 Aprile 2020